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Ristrutturare un appartamento per metterlo in affitto: una guida per capire cosa fare

Non sono poche le persone che, avendo a disposizione più proprietà immobiliari, decidono di investire su di esse affittandole. Ciò avviene anche quando le case sono ubicate in spazi diversi dalla città, magari in una zona costiera oppure sulle montagne: abitazioni simili si prestano bene alla realizzazione di strutture ricettive per il turismo. Dato che spesso le multiproprietà vengono ereditate, capita di trovarsi tra le mani una casa grande ma vecchia non solo dal punto di vista dell’arredamento, ma anche strutturale. È qui che ci si trova di fronte a un bivio: ristrutturare per affittare oppure proporre un canone basso e lasciare l’appartamento così com’è?

Conviene davvero affittare un appartamento arredato e rimesso a nuovo?

Pensare che esista una risposta oggettiva alla domanda se convenga o meno affittare un appartamento ristrutturato e riarredato è illusorio. Esistono aspetti positivi e negativi nel compiere simili operazioni. Sta poi ai proprietari decidere da che parte far pendere l’ago della bilancia, valutando le proprie possibilità e intenzioni.

Aspetti positivi del ristrutturare casa per l’affitto

Nel mercato immobiliare degli affitti, una casa con arredo contemporaneo, nuovo o di gusto salta immediatamente all’occhio e risulta molto più appetibile. Soprattutto se l’offerta è limitata e la qualità scarseggia (cosa che sfortunatamente succede in molte province italiane) è probabile che i futuri inquilini siano disposti anche a investire in un canone d’affitto leggermente più alto della media pur di vivere in uno spazio confortevole e accogliente.

Una casa bella esteticamente e appena ristrutturata può essere facile da affittare anche se si trova in zone più periferiche soprattutto se ha impianti di recente costruzione o (ancora meglio) riqualificati a livello energetico. Infatti, migliori sono gli impianti, più economici sono i consumi e questo è un altro aspetto che i futuri affittuari tendono a valutare.

La presenza dei mobili può essere d’obbligo in alcuni casi (affitto a studenti o a lavoratori stagionali/annuali) oppure preferibile (giovani che iniziano a lavorare e desiderano uscire subito dalla casa dei genitori). Ci sono alcune famiglie che hanno già i propri mobili e non desiderano un appartamento già arredato, ma guardano ad altro. Bisognerà valutare la percentuale di richieste d’affitto nella propria zona prima di decidere.

Perché affittare un appartamento ristrutturato potrebbe non essere conveniente

Affittare una casa è sempre un rischio a meno che non si conosca bene la persona con cui si sta stipulando il contratto. Gli inquilini potrebbero non solo essere poco pronti nel rispondere ai pagamenti mensili, ma potrebbero anche avere poca cura dei mobili e delle strutture presenti in casa. Tendenzialmente, la maggior parte delle persone tiene bene oggetti e mobili che ha scelto e che sente propri. Per l’arredamento scelto da qualcun altro potrebbe non avere la stessa accortezza, ma da qui alla trascuratezza e all’incuria c’è comunque un abisso.

È chiaro che investire in una ristrutturazione completa per affittare la casa per poi vedere tutto il lavoro rovinato nel giro di qualche anno è scoraggiante, se non anche irritante. Per evitare di trovarsi in una situazione simile, bisogna innanzitutto prestare molta attenzione alla progettazione d’interni della casa da affittare. Non è detto che un arredamento bello debba essere necessariamente un arredamento di lusso: si possono trovare dei compromessi e prediligere materiali più economici anche se ugualmente resistenti ed esteticamente gradevoli. Inoltre, sarà opportuno valutare attentamente gli inquilini da far entrare in casa. Si potrebbero anche richiedere delle referenze oppure prendersi del tempo in più per conoscere gli interessati.

Come ristrutturare casa per affitto

Una volta che si è optato per la ristrutturazione della casa da affittare e si sono definitivamente risolti i dubbi se una tale operazione convenga o meno, bisogna decidere che tipo di interventi effettuare. È necessario un ampliamento della casa oppure bisogna concentrarsi sul rifacimento degli impianti? Bisogna cambiare tutta la pavimentazione? Si può rifare solo il bagno o è meglio rivoluzionare tutta l’abitazione?

Ancora una volta non c’è una risposta oggettiva, ma tutto dipende dalla situazione. Innanzitutto, bisogna valutare lo stato della casa. Poi, bisogna valutare quanto si può investire nei lavori e quanto si potrebbe ricavare dal canone mensile (stabilito in base a diversi parametri e, quindi, solo in parte negoziabile) nel corso di un anno per verificare che la cifra permetta di far fronte ai costi delle operazioni.

In una situazione ideale sarebbe meglio decidere per una ristrutturazione completa soprattutto se l’appartamento è molto vecchio. In alternativa, bisogna stabilire delle priorità nel numero degli interventi tenendo conto che alcuni lavori – come la tinteggiatura, il cambio degli infissi e dei mobili – possono essere effettuati anche dopo che l’immobile è stato affittato.
ristrutturare una casa in affitto

1. Gli impianti

Rifare gli impianti prima di affittare casa è d’obbligo se la casa risale agli anni Ottanta o anche prima. È probabile che l’usura abbia danneggiato il sistema idrico e questo potrebbe comportare diversi rischi per gli inquilini, ma anche per i proprietari di casa. Una caldaia vecchia potrebbe essere pericolosa e gravare sui consumi mensili. Lo stesso vale anche per l’impianto elettrico. Per evitare problemi, meglio accertarsi delle condizioni dei vari sistemi e intervenire lì dove c’è bisogno. Migliorare l’impatto energetico potrebbe significare anche una sostituzione delle finestre.

2. I pavimenti

I pavimenti vecchi influiscono notevolmente sull’aspetto estetico della casa. Inoltre, se hanno alle spalle diversi anni di attività, si nota facilmente. Per rifare i pavimenti non è sempre necessario sostituire la superficie esistente con una nuova (operazione più onerosa a livello economico), ma è possibile anche coprirla con le nuove piastrelle oppure optare per il restauro delle vecchie. Entrambe queste operazioni possono essere effettuate anche nel momento in cui gli inquilini sono già in casa, anche se potrebbe essere più fastidioso per chi vive la casa.

3. Rifare il bagno e/o la cucina

Il rifacimento del bagno e/o della cucina è spesso legato a quello degli impianti in quanto sono gli ambienti domestici che ne fanno maggiore uso e che si sfruttano di più durante la giornata. Investire sui mobili, sugli elettrodomestici e sui sistemi elettrici e idrici garantirebbe a chi affitta casa sicurezza e comfort.

4. Altri lavori utili

La ristrutturazione di una casa da affittare potrebbe completarsi con il cambio della caldaia, con la realizzazione di nuove stanze in cartongesso (se la casa è destinata a più studenti), con il rifacimento degli spazi esterni e la sostituzione della porta d’ingresso. Dare una nuova mano di vernice aiuterà sicuramente gli ambienti a sembrare nuovi, luminosi e curati.

Come arredare una casa da affittare

Una volta risolto il dubbio se sia meglio affittare un appartamento arredato o meno, resta da capire quali mobili mettere. Il trucco è mantenersi sull’essenziale così da far trovare agli affittuari tutto il necessario per vivere ma lasciando loro spazio a sufficienza nel caso sentano il bisogno di personalizzare gli ambienti. Tra gli elettrodomestici che non possono mancare ci sono il frigorifero, la lavatrice, il forno e anche la lavastoviglie. Il condizionatore e l’asciugatrice potrebbero essere un extra che renderà la casa più competitiva sul mercato.

Stile e colori dell’arredamento dovrebbero essere il più neutri possibile, ma senza mancare di gusto o sfociare nell’anonimato. Una caratterizzazione troppo forte potrebbe far scemare l’interesse, ma il colpo d’occhio è necessario, soprattutto se l’offerta è tanta.

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