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il riscaldamento a pavimento

Riscaldamento a pavimento: come funziona, i pro e i contro

Quando si parla di ristrutturazione della casa si pensa sempre alla demolizione o alla costruzione di muri, al restyling delle pareti o al rinnovo dell’arredamento. Nonostante questo tipo di lavori richiedano un importante impegno sia in termini di tempo ed energia sia ovviamente in termini economici, molte persone li considerano una vera e propria occasione per sistemare la propria casa secondo il proprio gusto personale; ad esempio come abbinare le porte con il pavimento, come creare finalmente uno spazio dedicato allo studio e al lavoro.

Tuttavia, molte di queste operazioni sono importanti perché permettono di rifare gli impianti rendendoli più moderni, più tecnologici e anche più green.

Se, ad esempio, si vanno a guardare le tendenze dei pavimenti per il 2023 con l’idea di rifare le superfici calpestabili della casa, ci si potrebbe informare sul riscaldamento a pavimento. Si tratta di un sistema utile per la produzione di calore in casa già in voga negli anni Cinquanta e Settanta. Oggi è stato riscoperto e migliorato attraverso l’uso delle nuove tecnologie tanto da risultare molto più efficiente ed ecologico.

Come funziona il riscaldamento a pavimento

Non è difficile immaginare dove si trovi un impianto a pavimento. Più complesso invece è comprendere il suo funzionamento, soprattutto se non si hanno competenze in materia.

Questo sistema di riscaldamento è composto da una serie di tubazioni e pannelli isolanti che trasmettono calore in maniera uniforme dal basso verso l’alto. All’interno di queste tubazioni circola dell’acqua calda che può essere riscaldata in vari modi. La temperatura dell’acqua non sale come negli impianti tradizionali. Si arriva ai 30° o ai 40°, non ai 70°, ma questo non compromette l’efficacia del sistema, anzi. Il calore prodotto viene poi distribuito su tutta la superficie grazie ai pannelli d’irraggiamento. A quel punto, l’aria calda sale verso l’alto e si distribuisce in tutto l’ambiente in maniera uniforme.

Le componenti di un impianto di riscaldamento a pavimento

Il sistema d’impianto del riscaldamento a pavimento mette insieme varie componenti che permettono all’ambiente di essere caldo e accogliente in maniera molto più sostenibile dei termosifoni o del condizionatore.

I lavori per la realizzazione di questo impianto prevedono innanzitutto la collocazione delle tubature sotto il pavimento. I tubi devono essere in polietilene o composti da metallo e plastica e vanno posizionati sopra un pannello a forma di serpentina che aiuterà nel riscaldamento del pavimento. Quest’ultimo rappresenta un’altra componente fondamentale per la realizzazione di questo sistema. Il pannello isolante – composto da polistirolo sagomato oppure da sughero – va posto sopra la soletta e deve essere disegnato in modo tale da facilitare la posa delle tubature. Al pannello viene abbinato un foglio in PVC rigido affinché lo protegga dall’umidità. I pannelli sono anche detti radianti, perché consentono la distribuzione uniforme del calore e, proprio per questo, il riscaldamento a pavimento è anche detto a pannelli radianti.

La caldaia è fondamentale per l’impianto di riscaldamento a pavimento proprio come per quello tradizionale. Per questo sistema se ne possono usare diversi tipi, tra le quali:

  • la caldaia a pellet;
  • la caldaia a condensazione (maggiormente consigliata per questo impianto);
  • la caldaia a pompa di calore.

Per un riscaldamento dell’acqua più sostenibile, si può usare l’elettricità derivante dall’impianto fotovoltaico oppure di solare termico. Quest’ultimo è sicuramente il più efficiente dal punto di vista ambientale.

Per un ottimo impianto a pavimento servono anche collettori e massetto. I primi sono delle valvole che regolano l’apertura e la chiusura del flusso d’acqua calda dalla caldaia alle tubazioni e viceversa. Il secondo, invece, è uno strato di calcestruzzo che contribuisce a riscaldare il pavimento.

Il funzionamento di un riscaldamento a pavimento elettrico

Il calore di un impianto di riscaldamento a pavimento può essere generato anche da resistenze elettriche che andrebbero a sostituire l’acqua corrente. In questi casi, il funzionamento è molto simile, ma al posto dei tubi per l’acqua ci saranno dei fili spessi alcuni millimetri per il passaggio della corrente. Nel massetto bisogna inserire una membrana serpentina rigida dalla quale partirà il riscaldamento. Anche in questo sistema sono presenti i pannelli radianti.

impianto a pavimento

Quali pavimenti abbinare a un impianto di riscaldamento a pavimento

Non ci sono limiti alla tipologia di pavimenti da usare quando si opta per un impianto a pavimento. Si può scegliere il parquet, il grès, la resina, la ceramica o qualsiasi altro materiale. Tuttavia, se si dovesse indicare un materiale ideale per questo tipo di struttura, quello sarebbe sicuramente il grès porcellanato. Con il parquet bisogna fare molta attenzione alla messa in posa. Se non è adeguata, si rischia di rovinare la superficie in pochissimo tempo.

Quello a cui bisogna fare attenzione è lo spessore del massetto. Se viene ridotto, il riscaldamento sarà più rapido ed efficace. Al contrario, richiederà un po’ più di tempo per essere performante.

Come fare un riscaldamento a pavimento senza rompere la superficie esistente

Una delle paure più grandi quando si parla dell’installazione di radiatori per il pavimento è il dover mettere sottosopra l’intera abitazione per sistemare tubi/fili e pannelli. Alla confusione che si creerebbe in casa, bisogna anche aggiungere il costo della demolizione del pavimento che di certo è impegnativo. Volendo si potrebbe applicare l’impianto sopra il pavimento esistente e rivestirlo con un’altra superficie. Questo è possibile applicando pannelli preformati e un termoisolante con sopra la serpentina e i tubi di riscaldamento. Una volta ricoperto tutto con uno strato di massetto liquido, si passa alla posa della nuova pavimentazione. In questo caso, la superficie risulterebbe leggermente rialzata.

Riscaldamento a terra: la prima accensione

La normativa Uni En 1264-4 disciplina tutte le operazioni da compiere per una corretta installazione e accensione dell’impianto a pavimento. All’interno di questa legge, viene specificato che, subito dopo la posa del massetto, bisogna aspettare 7 o 8 giorni prima di accendere per la prima volta il riscaldamento. Questa regola vale se il massetto è stato realizzato a base di anidride. Se, invece, è in cemento, bisognerà aspettare addirittura 20 giorni. Prima dell’accensione dell’impianto, il massetto deve essere sicuramente asciutto.

Pavimento termoriscaldato: quali sono i vantaggi?

Visti i costi di realizzazione di un riscaldamento a pavimento, è lecito domandarsi quali siano i vantaggi di questo impianto.

Bisognerebbe, però, chiedersi anche quanto ci mette a scaldare casa un sistema simile per capire se il prezzo alto corrisponda a una prestazione impareggiabile. È proprio così. Con il riscaldamento a terra, lo spazio sarà caldo e confortevole dopo soli 10 minuti dall’accensione. Di conseguenza, l’aspetto economico non può essere visto come uno svantaggio vero e proprio, visto che le spese iniziali sono ampiamente ripagate dal risparmio energetico sui consumi che è pari, in media, al 25% l’anno. Il risparmio si ha anche sulle spese legate al condizionatore. Immettendo nei tubi acqua fredda (15° o 17°), il pavimento sarà fresco e influenzerà la temperatura in tutto lo spazio. L’aria così prodotta è molto più salutare e molto meno inquinante.

La diffusione uniforme del calore permette di avere un ambiente caldo in ogni suo angolo, senza eccezioni. Nei sistemi di riscaldamento con i termosifoni accade spesso che, a essere calda, sia solo la zona vicina alla fonte di calore. Il resto dello spazio è progressivamente più freddo. L’assenza dei termosifoni è vantaggiosa anche dal punto di vista dell’arredamento perché non pone limiti alla disposizione dei mobili se non quella derivante dagli infissi.

La scelta di un impianto a pavimento è sostenibile e anche molto positiva per la salute. I radiatori a pavimento non producono né polveri, né muffe, né acari.

La realizzazione di un impianto con riscaldamento a pavimento si accompagna sempre all’installazione di termostati in diversi ambienti della casa. Grazie a questi è possibile controllare la temperatura interna di modo da soddisfare le proprie esigenze.

Il riscaldamento a pavimento: gli svantaggi

Dal punto di vista della manutenzione, gli interventi dei tecnici dopo il montaggio sono molto limitati nel tempo. Questa tipologia d’impianto, infatti, è piuttosto resistente e può avere una durata anche pari a mezzo secolo. Tutto questo a patto che, durante l’installazione, siano previsti degli interventi per aggiungere all’acqua degli additivi che la puliscano e la liberino dalla presenza di fanghi, alghe e calcare.

Un sistema del genere non comporta particolari svantaggi nella sua realizzazione, eccetto per i costi da sostenere. È vero che il prezzo finale può dipendere dalla natura dei lavori e dal numero di interventi necessari, ma si tratta comunque di una cifra impegnativa soprattutto se si parla di una casa con 100 mq o più. È possibile ammortizzare la spesa ricorrendo agli incentivi statali previsti dalla Legge di Bilancio. Anche per il 2023 sono attivi dei bonus che consentono di detrarre dalle tasse una determinata percentuale per aver effettuato degli interventi edilizi specifici. L’installazione di un riscaldamento a pavimento può essere soggetta al Superbonus, all’Ecobonus e al Bonus Ristrutturazione. A seconda dei casi si può ricevere indietro il 90%, il 65% o il 50% della spesa attraverso l’erogazione di quote di pari importo sulla dichiarazione dei redditi, nell’arco di 10 anni.

In caso di rottura, la preoccupazione più grande è data dal pavimento. Il danneggiamento di una delle sue piastrelle potrebbe essere molto problematica, visto che non è detto che si possa ritrovare la stessa mattonella dopo anni. Se si tratta di parquet, poi, il danno non sarà di certo semplice da digerire.

Con il riscaldamento a pavimento bisogna considerare che la superficie calpestabile sarà più alta di almeno 5 cm. Di conseguenza, bisogna tenerne conto quando si ristruttura completamente una casa, perché bisogna considerare bene la distanza tra pavimento e soffitto. Potrebbe essere un problema per chi ha già i mobili o li ha fatti costruire su misura.

L’accensione e lo spegnimento dell’impianto a pavimento non sono così agevoli come quelle del tradizionale. È necessario tenere il riscaldamento sempre in funzione per permettergli di svolgere al meglio il suo compito anche quando si è raggiunta la temperatura desiderata. Ciononostante, i consumi energetici sono minori perché l’acqua non raggiunge dei livelli di calore così alti. Si passa dai 70° dei termosifoni ai 30° dei tubi sotto i pavimenti. Questa differenza, si palesa nella valutazione delle spese annuali.

Tutte queste considerazioni possono rappresentare degli svantaggi o degli aspetti problematici di questo tipo di impianto. Tuttavia, si tratta di questioni che possono essere facilmente risolvibili e che non cancellano i numerosi vantaggi dell’avere in casa un riscaldamento a pavimento.

Il riscaldamento a pavimento dà problemi?

Generalmente, il riscaldamento a terra non è problematico. Quello che succede è la formazione di bolle o microbolle d’aria causate da fenomeni di surriscaldamento o di corrosione.

In questi casi, è necessario l’intervento di un idraulico per l’eliminazione dell’aria dall’acqua. Il tecnico dovrà collegare alla valvola di flusso un tubo collegato a sua volta con un rubinetto d’acqua fredda. Il tubo dovrà essere unito anche al punto di scarico. L’idraulico aprirà entrambi i rubinetti (freddo e caldo) così da svuotare i punti di scarico e di flusso. Le bolle saranno così eliminate e l’impianto tornerà a funzionare in maniera efficiente.

Pro e contro del riscaldamento a pavimento: la posizione di Bassetti Home Innovation

Non vi è dubbio sulla sostenibilità del riscaldamento a pavimento. Si tratta di una delle soluzioni edilizie più efficaci per contrastare l’inquinamento e lo spreco di risorse. Tuttavia, vale la pena valutare attentamente i pro e i contro di questa scelta prima di prendere una decisione. Bisogna anche assicurarsi che la struttura della casa sia adeguata a ospitare un impianto del genere.

La cosa migliore da fare è interfacciarsi con un professionista del settore che ispiri fiducia e che dia la propria opinione dopo aver ascoltato attentamente le esigenze del cliente e aver effettuato un puntuale sopralluogo dell’abitazione.

Gli architetti e i tecnici di Bassetti Home Innovation faranno proprio questo. Dopo aver capito quali sono le tue esigenze e richieste, valuteranno le condizioni della tua casa offrendoti un progetto di ristrutturazione di qualità strutturato appositamente sulle tue esigenze. Se vuoi realizzare un impianto di riscaldamento a pavimento durevole ed efficace, puoi rivolgerti a noi. Troveremo la soluzione più comoda e pertinente per i tuoi desideri e ti aiuteremo a creare un nido domestico più green friendly.

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