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Rimborso ristrutturazione 2022: guida pratica

È da diversi anni che lo Stato italiano ha previsto dei bonus per la ristrutturazione della casa in modo da aiutare economicamente coloro che decidono di intraprendere dei lavori di natura edilizia per migliorare l’estetica del proprio appartamento e, soprattutto, renderlo più efficiente a livello energetico.

I bonus rappresentano di fatto dei rimborsi parziali (o totali in alcuni rari casi) per i costi sostenuti durante la ristrutturazione dell’immobile. Non sono validi per ogni tipo di lavori, ci sono dei tetti massimi di spesa e vanno richiesti tramite procedure telematiche specifiche.

Nonostante le tante informazioni disponibili in rete, non è semplice orientarsi nel mondo delle agevolazioni fiscali. Così come non è semplice risolvere dubbi o domande inerenti agli specifici bonus visto che sono anche molto diversi tra di loro. All’interno dei servizi di ristrutturazione chiavi in mano esistono delle figure professionali che si occupano solo della documentazione per il recupero delle spese di ristrutturazione. Ecco perché alle volte è più conveniente affidarsi a un’impresa piuttosto che agire autonomamente.

Come avviene il rimborso per la ristrutturazione edilizia

Ogni bonus ha la propria percentuale di rimborso. Si va da un minimo del 36% a un massimo del 110%. Dipende dalla tipologia di lavori di cui si parla. Tutte le agevolazioni, però, funzionano in maniera simile. Tutte le detrazioni, infatti, sono dall’Irpef e avvengono sull’imposta di reddito delle persone fisiche. Il recupero della somma avviene nell’arco di dieci anni grazie a delle quote di pari importo sottratte dalle imposte. Se, però, l’Irpef è più bassa della quota da detrarre non si potrà ottenere un rimborso per l’anno seguente.

I lavori fai-da-te non prevedono bonus convenienti, ma solo una detrazione per le spese sostenute acquistando dei materiali. Questo è un altro motivo per cui è vantaggioso rivolgersi a un’impresa specializzata in operazioni di ristrutturazione.

Affidare lavori simili a un’impresa edile permette di usufruire di uno sconto in fattura per la ristrutturazione pari al 50% delle spese sostenute. Il committente ha la possibilità di ricevere il suo rimborso per la ristrutturazione direttamente sul pagamento dovuto all’impresa. Sarà poi quest’ultima a ottenere delle agevolazioni Irpef nel corso dei dieci anni successivi. In altre parole, la ditta che esegue gli interventi acquisisce il credito del contribuente scaricandolo dalle proprie tasse.

Un’altra possibilità prevista dalla legge è la cessione del credito d’imposta. Il contribuente paga quanto previsto all’impresa, ma richiede un immediato rimborso a un ente che poi si occuperà di riscuotere il credito dallo Stato.

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Pratiche da avviare per ottenere il rimborso dei lavori di ristrutturazione

Per poter compilare il 730 chiedendo il rimborso per la ristrutturazione è necessario effettuare il pagamento dei lavori tramite bonifico bancario o postale. Inoltre, la causale del versamento deve riportare la seguente dicitura: “Bonifico relativo a lavori edilizi che danno diritto alla detrazione prevista dall’articolo 16-bis del Dpr 917/1986”. Vanno indicati anche il codice fiscale del committente e il codice fiscale o la partita Iva del beneficiario del pagamento.

Nel caso in cui gli interventi di ristrutturazione edilizia abbiano migliorato l’assetto energetico dell’immobile, bisogna comunicare la tipologia di lavori effettuati e le spese sostenute all’ENEA entro 90 giorni dalla fine delle operazioni. Altrimenti, non sarà possibile usufruire delle agevolazioni.

Richiedere il rimborso per la ristrutturazione edilizia è piuttosto semplice. Basta indicare nella dichiarazione dei redditi i dati catastali dell’immobile e si otterranno le detrazioni previste. In alcuni casi, potrebbe essere necessario comunicare all’azienda sanitaria locale le generalità del committente, l’ubicazione dei lavori, la natura dell’intervento, i dati identificativi dell’impresa e la data d’inizio dell’intervento.

Se si è usufruito dello sconto in fattura o della cessione del credito non è possibile richiedere il rimborso per i lavori di restituzione.

I documenti da conservare

Ci sono dei documenti che vanno conservati per eventuali controlli. Questi documenti devono essere necessariamente intestati alle persone che richiedono la detrazione. Sono compresi:

  • la ricevuta del bonifico;
  • le fatture o ricevute fiscali;
  • la certificazione rilasciata dall’amministratore (nel caso di lavori effettuati su un edificio condominiale);
  • la domanda di accatastamento dell’immobile;
  • l’Imu, se dovuta;
  • le abilitazioni amministrative;
  • la delibera dell’assemblea di condominio che approvava l’esecuzione dei lavori con tanto di tabella millesimale di ripartizione delle spese.

A chi spetta il recupero sull’Irpef per le ristrutturazioni

Il soggetto che può richiedere il rimborso deve essere colui o colei che ha effettuato il pagamento della ristrutturazione. Questo non significa che debba per forza possedere l’immobile. Potrebbe anche trattarsi di un affittuario o di un coniuge. Deve essere qualcuno che paga l’Irpef.

Ci sono dei bonus previsti anche per interventi di ripristino o di ricostruzione edilizia, ma devono essere richiesti a seguito di eventi calamitosi e solo quando vige lo stato d’emergenza.

Bassetti Home Innovation è a disposizione per risolvere eventuali ulteriori dubbi sul rimborso per la ristrutturazione. Chi vuole sapere in quanti anni si recuperano le spese, come vengono rimborsate le detrazioni e come richiederle può avvalersi della nostra assistenza.

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