L’Italia è una zona ad alto rischio sismico. Le congiunture tettoniche e la conformazione del territorio rendono il paese instabile e soggetto a numerose scosse. Questa condizione è risaputa nell’ambito scientifico, ma è anche tristemente nota ai non addetti ai lavori, viste le numerose tragedie che si sono verificate negli ultimi decenni. L’Aquila, Norcia, Amatrice sono solo tre delle località che negli ultimi vent’anni sono state colpite duramente da scosse di elevata intensità e che hanno visto crollare gran parte dei loro edifici provocando la perdita di tante vite umane.
La scienza ci insegna che non è possibile prevedere con largo anticipo l’arrivo di una scossa di terremoto. È però possibile prevenire danni agli ambienti e alle persone attraverso la costruzione di edifici antisismici. Nel caso in cui si viva in una casa vecchia e in una zona fortemente a rischio, è fortemente consigliato provvedere ad una ristrutturazione che comprenda anche interventi antisismici. Per incoraggiare i cittadini a mettere in sicurezza le proprie abitazioni, lo Stato ha previsto con la Legge di Bilancio 2022 il rinnovo del bonus sisma.
Ristrutturazione antisismica: quando si rende necessaria
Il Decreto del Ministero delle Infrastrutture del 14 gennaio 2008 – NTC08 – ha chiarito quali sono i criteri da applicare alla progettazione di nuovi edifici. Non solo: ha stabilito anche le modalità di adeguamento delle vecchie costruzioni alle nuove normative. Una sezione della legge riguarda anche come valutare il grado di sicurezza di un immobile dal punto di vista sismico e cosa fare nel caso in cui venisse giudicato non conforme alla norma.
Gli interventi di adeguamento sismico sono finalizzati ad ottenere i livelli di sicurezza previsti dal Decreto Ministeriale del 2008 e a rendere l’edificio sicuro tanto quanto le nuove costruzioni. La legge prevede anche degli interventi di miglioramento antisismico che, pur non soddisfacendo in pieno i criteri della NTC, riescono a rendere l’immobile più stabile e sicuro.
La legge ha imposto la valutazione sismica solo agli edifici di valore strategico (come scuole, strutture di riparo, ospedali) e a tutti gli immobili costruiti prima del 2008 che subiscano una variazione di destinazione d’uso o un ampliamento dei locali, ma solo in questi casi altrimenti l’obbligo non sussiste. Nonostante questo, è fortemente raccomandata una ristrutturazione in senso antisismico a tutte quelle case che si trovano in territori a rischio. Le regioni italiane dove è probabile che si verifichino le scosse di terremoto sono:
- il Friuli Venezia Giulia;
- le zone lungo gli Appennini;
- le province calabre di Reggio Calabria, Vibo Valentia e Catanzaro.
Ci sono dei luoghi della penisola in cui il rischio sismico è minimo (in Sardegna, ad esempio), ma è sempre meglio adottare un approccio preventivo soprattutto per le nuove costruzioni.
Quali sono gli interventi antisismici
Prima di avviare i lavori, è indispensabile capire quale tipologia di interventi antisismici effettuare. È opportuno valutare:
- la tipologia di costruzione (se si tratta di un edificio monopiano o multipiano);
- la struttura portante utilizzata;
- le fondamenta dell’edificio;
- la zona in cui si trova l’immobile.
Una volta che sono state raccolte tutte le informazioni utili, è possibile pianificare la natura dell’intervento. Una ristrutturazione antisismica può prevedere:
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Consolidamento della muratura
La maggior parte degli edifici italiani, essendo stati costruiti molti secoli fa, sono realizzati in pietra. Con il passare del tempo, la muratura potrebbe indebolirsi per effetto dell’acqua e della perdita di malva. Per consolidare la struttura sono previste numerose tecniche: dalle iniezioni di malta o resine epossidiche all’ancoraggio della struttura lignea di copertura con le pareti perimetrali, dalla fasciatura della cortina muraria con tessuti all’ammorsamento delle pareti con fibre di carbonio. È possibile praticare il rinforzo strutturale delle pareti e dei solari anche mediante il sistema CAM o con placcaggi realizzati con betoncini armati e/o fibrorinforzati.
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Rinforzo strutturale in fibre di carbonio e materiali compositi
Per le colonne, i pilastri e i muri è consigliabile applicare un rinforzo in fibre di carbonio poiché permette di aumentare il carico della struttura senza coinvolgere peso e volume. Le fibre di carbonio sono leggere, resistenti e veloci da applicare.
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Tetto antisismico
Sui tetti composti da travi di legno è possibile applicare il rinforzo intradossale (formato da lamelle o tessuti in carbonio) oppure inserire in fessura lamelle pultruse in carbonio.
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Rinforzare le strutture in cemento armato
Le lamelle di fibre in materiale composito possono essere utilizzate per rinforzare le travi in cemento armato mentre quelle di carbonio sono ottime per i nodi strutturali tra travi e pilastri. Anche i solai in laterocemento andranno consolidati con interventi poco invasivi anche se renderanno leggermente più pesante la struttura.
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Impiego di dispositivi antisismici
È possibile posizionare degli isolatori sismici tra le fondazioni e le strutture in elevazione. Grazie a questi è possibile disaccoppiare le frequenze del sisma da quelle della struttura in elevazione. Esistono anche i dispositivi dissipatori di energia che riducono le sollecitazioni negli elementi strutturali disperdendo l’energia del sisma. Infine, è possibile applicare dei giunti strutturali per separare le varie zone dell’immobile così da permettere l’interruzione della continuità di un’opera.
Ristrutturazione antisismica della casa: i costi
Dare una stima a priori sui costi degli interventi antisismici è sempre difficile. Ogni cifra è calcolata in media, ma solo nella concretezza della realtà possono trovarsi risposte definite e sicure. Il prezzo delle operazioni sarà stabilito sulla base della tipologia dei lavori previsti, delle spese di segreteria per produrre la documentazione necessaria e di quelle per pagare l’impresa e le professionalità impegnate nei lavori.
In media, le cifre per i singoli interventi si aggirano intorno a un intervallo che va dai 75 euro al metro quadro fino ai 120.
Interventi antisismici: detrazioni
Gli interventi antisismici possono essere dispendiosi, ma sono fondamentali per garantire la sicurezza degli abitanti della casa. Gli incentivi messi a disposizione dallo Stato servono ad aiutare i cittadini a sostenere spese tanto importanti per la loro salute.
La Legge di Bilancio 2022 ha rinnovato fino al 31 dicembre 2024 il Sismabonus, permettendo di:
- detrarre il 50% della spesa per lavori di ristrutturazione che non comportino un miglioramento di classe di rischio sismico;
- detrarre il 70% della spesa per interventi che consentano il passaggio a una classe di rischio sismico inferiore;
- detrarre l’80% della spesa nel caso le operazioni permettano il passaggio a due classi di rischio sismico inferiori.
La spesa complessiva non deve superare i 96 mila euro. In alternativa è anche possibile richiedere il Superbonus. Le detrazioni vanno da un massimo del 110% a un minimo del 65% a seconda di quando verranno terminati i lavori (rispettivamente 31 dicembre 2023, 2024 e 2025).
Entrambe queste agevolazioni sono tra i bonus per ristrutturare casa che possono essere ottenuti anche tramite lo sconto in fattura e la cessione del credito d’imposta.
I documenti richiesti per la ristrutturazione antisismica
Si sente parlare di tanti documenti per ristrutturare casa. In realtà ognuno di essi è legato a specifiche operazioni. Nel caso degli interventi antisismici è necessario presentare la SCIA, la Segnalazione Certificata di Inizio Attività, poiché i lavori andranno a toccare la struttura dell’immobile. Anche questo documento ha un suo costo e richiede la compilazione da parte di un tecnico professionista. Trattandosi di carte con informazioni tecniche e specifiche, non è possibile completarle senza l’aiuto di un esperto.
Bassetti Home Innovation è a tua disposizione per progettare interventi antisismici e per orientarti lungo tutto il difficile percorso della ristrutturazione.