Il settore edilizio non è di certo privo di responsabilità in materia di inquinamento ambientale. Gli immobili hanno un impatto sulla natura non indifferente non solo al momento della loro realizzazione, ma anche nella gestione quotidiana e nella manutenzione. Si stima che siano responsabili di circa il 40% del consumo energetico mondiale e del 36% delle emissioni di gas nocivi. Proprio per questo motivo, l’Unione europea sta proponendo un pacchetto di leggi volte a promuovere la riqualificazione degli edifici e la costruzione di nuovi immobili green.
L’obiettivo è quello di avere immobili appartenenti alla classe energetica E entro il 1 gennaio 2030 in ognuno dei 27 paesi della Comunità europea. Questi stessi edifici dovrebbero poi rientrare nella classe energetica D entro capodanno 2033. In questo modo, le emissioni nocive verrebbero ridotte del 55%.
I traguardi sono sicuramente ambiziosi e potrebbero mettere in grande difficoltà l’Italia visto che, ad oggi, solo il 5,4% degli immobili residenziali del nostro Paese appartiene alle classi più virtuose (A1, A2, A3 e A4). Solo 677.965 edifici su un totale di più di 12 milioni e mezzo di case. Più della metà delle abitazioni appartiene alle classi energetiche più basse: si parla di quasi 4 milioni e mezzo di edifici per la fascia G (35,7%) e di 3 milioni per quella F (25,3%).
Se si prendono in considerazione le singole città, ci sono delle realtà che si distinguono per il loro carattere green. Bologna, ad esempio, è una città che si distingue nel gruppo dei capoluoghi di regione per l’alta percentuale di abitazioni a classe energetica alta. Circa il 28% dei trilocali, infatti, appartiene alla classe energetica A. Questo valore supera di un punto quello della classe G che si ferma al 27%. Una situazione altrettanto positiva si riscontra a Firenze, dove il 19% degli immobili ha la classe energetica massima. Torino si distingue per le fasce medie: poche sono le case ad alta efficienza energetica (solo il 7%), ma quelle appartenenti alla classe più bassa non superano il 28%, quasi come avviene a Bologna.
Milano e Roma presentano delle percentuali molto alte per quanto riguarda la fascia G (si parla rispettivamente del 75% e del 72% del totale), ma non raggiungono i livelli di Palermo e Genova dove quasi la totalità delle abitazioni è classificata con le lettere G, F ed E.
Questo dislivello tra le percentuali è da attribuire alla netta differenza delle spese di costruzione e, di conseguenza, di vendita. Le case ad alto rendimento energetico sono molto più costose di quelle realizzate con materiali non sostenibili. Il superbonus e l’ecobonus, previsti dalle Legge di Bilancio degli ultimi anni, hanno cercato di agevolare la trasformazione degli immobili vecchi in case green. Tuttavia, la crisi economica che viviamo in questi anni di pandemia e di guerra ci ricordano che il problema non è affatto risolto e che bisogna adottare soluzioni ancora più efficaci e sostenibili, non solo dal punto di vista ambientale, ma anche economico.